martedì 17 aprile 2018

DESIGN A PALAZZO


Sarà un concetto anni Sessanta, quando la casa chic doveva avere il pezzo antico fra mobili, allora si diceva moderni. Però il  design contemporaneo in una cornice ridondante e barocca  risalta molto di più che in un’ambientazione essenziale. Forse si guarda meno l’oggetto nei dettagli, ma l’insieme è più d’impatto, diventa come un’installazione. A Milano non mancano i palazzi importanti,
sempre più presi d’assalto  durante il Fuorisalone.  Uno di questi è Palazzo Litta, splendido esempio di barocco milanese. Nel suo cortile,Il tempietto nel bosco di Asif Khan accoglie i visitatori(foto in alto). Con alti e stilizzati alberi dai tronchi rossi e senza fronde, in mezzo ai quali, su un pavimento di marmo bianco, amache invitano al relax. Intorno, sotto il porticato, i mobili, disegnati da Raffaella
Mangiarotti e Ilkka Suppanen per Manerba, spiegano come, con leggerezza e colori pastello, un ufficio può diventare luogo confortevole. E lo dicono con i fiori. Nel giardino accanto, la Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, uno dei tanti rappresentanti del Swiss Design a Milano, espone pezzi semplici e lineari, creati da giovani artisti: panche, tessuti, sgabelli, sedie, una vasca. In un allestimento accattivante, mix di razionalismo e fiaba. Nei sontuosi saloni del primo piano ci sono i tappeti annodati a mano con i disegni di Jan Kath, molto richiesti per hotel e boutique e i progetti artigianali di Japan Creative, organizzazione non-profit. Le sfere di Flos omaggio a Lino
Sarfatti, risplendono fra stucchi e dorature (al centro a destra). Come la Leaving room, la casa per viaggiare, progettata da docenti e studenti di Naba. O gli straordinari vetri del turco Nude. Tra questi emerge Concentrics, disegnato da Ron Arad composto da quattro vasi da girare e orientare secondo il desiderio e la luce.
Di grande effetto anche la presentazione di Lasvit, marchio di vetri della Boemia, che ha scelto per il suo Monster cabaret  il Teatro Gerolamo, storico teatro delle marionette costruito nel 1868 a imitazione della Scala e restaurato di recente dopo 33 anni di inattività. Al centro della sala, spogliata dalle poltrone, Independant enorme installazione di Maxim Velcovski, con appesi 111 schermi televisivi (a sinistra, al centro).Nei tre livelli di palchi i mostri pensati, immaginati e realizzati in vetro e cristallo da artisti e designers. Da Daniel Libeskind ai fratelli Campana, da Alessandro Mendini a Fabio Novembre, Marteen Baas, Stephan Hamel (nella foto in basso i suoi mostri-bocche). Il tutto con ogni tanto piccoli spettacoli di burlesque sul palcoscenico. 

Nessun commento:

Posta un commento