venerdì 2 febbraio 2018

VERSO IL MUSEO


Una teiera in raffinata porcellana, finemente disegnata, incastrata  in una lastra di cemento(foto al centro). Un’opera d’arte povera?  Un’opera d’arte sì, ma con un messaggio che va al di là dell’estetica e del gioco dei contrasti. Chi l’ha creata è Duccio Maria Gambi, designer fiorentino tornato in Italia dopo anni di attività artistica all’estero. Ed è una delle sue venti opere numerate e prodotte da Artigianato e Palazzo, che saranno in vendita durante la mostra, organizzata al Giardino Corsini di Firenze (foto in basso) da Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani, che riunisce ogni anno quasi un centinaio  

di artigiani con le loro  
manifatture di eccellenza.  Ma questa XXIV edizione si annuncia speciale. Sarà, infatti, un momento determinante per la comunicazione e la raccolta fondi di un grande progetto, che non riguarda solo Firenze e la Toscana ma ha e avrà una risonanza e un interesse internazionale. Si tratta della riapertura del 
                          Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia  di Sesto Fiorentino, uno dei capisaldi del made in Italy. Le mitiche porcellane, nate quando le porcellane erano solo cinesi, rappresentano un patrimonio di valore inestimabile. Mentre la fabbrica è stata acquistata da Kering, salvando così l’occupazione, il museo di Doccia, aperto nel 1965 e chiuso nel 2004, è  stato comprato dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo per entrare a pieno titolo nel sistema nazionale dei musei italiani. Ma occorre un grosso investimento perché possa diventare di nuovo fruibile.   Al suo interno ci sono circa 8mila opere in porcellana, ceramica, maiolica, terracotta, piombo, di varie epoche, tra cui 400 ceramiche di Giò Ponti (foto in alto), il primo servizio di piatti impilabili di Giovanni Gariboldi, dai piatti più semplici usati nelle mense dei carceri a quelli più sontuosi destinati alle tavole delle ambasciate. Oltre a 13mila fra disegni, lastre di metallo incise, modelli di gesso, sculture in cera. Ed è soprattutto questo materiale d’archivio che è importante come testimonianza del lavoro collettivo dei molti esperti artigiani che si sono succeduti nei secoli. Perché, come ha detto Livia Frescobaldi Malenchini, presidente associazione Amici di Doccia: “Il museo deve essere percepito come una risorsa della creatività delle generazioni future”. E sull’incontro fra il mondo della tradizione artigianale e la produzione artistica contemporanea insistono gli organizzatori di  Artigianato e Palazzo, per cui invitano ogni anno venti blogger selezionati da tutto il mondo. Per la raccolta fondi oltre il biglietto d’ingresso, alla mostra è previsto uno sportello digitale, un bancomat al contrario.  Inoltre in 35 punti vendita  Unicoop Firenze in Toscana sarà attivo, dal 3 aprile, un box office per donazioni libere. 

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