giovedì 6 luglio 2017

SOTTO IL VESTITO MOLTO




In poco più di tre settimane 20 mila persone hanno visitato  il Museo Effimero della Moda, nel nuovo Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, a Firenze. Un traguardo da record, considerata la  vastità di offerte culturali della città. Di certo è il risultato di un passaparola positivo e meritato per una mostra che, davvero, ha tutti i requisiti per entusiasmare. E non solo 

fashion victims e affini. Ideata e curata da Olivier Saillard, curatore del Musée Galliera (museo della moda di Parigi)vede la moda protagonista, ma non nel senso corrente del termine. Non esiste il concetto di archivio, né si vuole raccontare una storia. Il percorso segue un criterio inedito e quasi spiazzante. Alle volte il titolo di una sala e la scelta o la disposizione  degli abiti esposti è legata a un dettaglio tecnico, addirittura al sartoriale. A volte segue una poetica, un pensiero, una concezione. Mette in evidenza l’aspetto  surreale del vestito, che ha una ragione d’essere quando è sul 

corpo, e curiosamente la sua vita sul corpo è brevissima, appunto effimera, confrontata alla sua reale esistenza.  Nelle prime sale  si parla di maniche ali del cuore, ma anche di fiori o di nuvole di faille, con precisi riferimenti ai tessuti. Poi ci sono gli abiti abbandonati e quelli che mantengono  la forma del corpo che li ha indossati. C’è la polvere, chiamata colore del tempo, che   uniforma tutto. Ci sono gli involucri di carta per trasportarli, gli abiti che la luce ha consumato e quelli dimenticati in una soffitta fra specchiere e vecchie cornici.  E poi c’è la schiuma degli abiti,  con quegli abiti da cerimonia che diventano fotografie della vita . Notevole il catalogo (Marsilio Editore), oltre che per le immagini, per i testi illuminanti, da leggere in un fiato. La mostra, promossa dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e Pitti Immagine, in collaborazione con Gallerie degli Uffizi, è  aperta fino al 22 ottobre.



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