martedì 18 luglio 2017

SCRIVERE DA CANI


“Un racconto ben scritto e serrato… è ricco di colpi di scena che tengono desta l’attenzione del lettore fino alla fine. Non stupitevi se quando l’avrete terminato avrete voglia di correre subito in un canile.” così scrive il Washington Post di Smarrito cane (ed.Bompiani) primo romanzo di Pauls Toutonghi, giornalista per i più letti quotidiani e periodici americani. Se l’ autorevole parere può spingere ad acquistare il libro, non  condiziona certo i lettori ad apprezzarlo. Il titolo e la copertina con le ottime illustrazioni di Margaret Owen possono attrarre gli amanti dei cani. Ma il contenuto entusiasma anche i più indifferenti all’argomento. La spiegazione è che pur rivelando la sensibilità dell’autore, non ha mai momenti di retorica o di buonismo animalista. Il romanzo racconta la ricerca affannosa del golden retriever Gonker sparito mentre era con il suo padrone Fielding nei boschi degli Appalachi.  Come si legge nelle parole dello scrittore-poeta Mark Doty nel risvolto di copertina “Non si può scrivere di cani senza scrivere delle persone” e l’abilità di Toutonghi sta nell’averlo capito tanto da riuscire a offrire “ilarità, gratitudine, dolore e una tenerezza così vera da risultare tangibile”. E questo proprio perché inquadra molto bene e con mille sfumature i personaggi umani tutti interessanti e  diversi tra loro. Piace soprattutto Ginny, mamma ultracinquantenne di Fielding, su cui pesa il ricordo di un’infanzia senza affetto. E arrivi a soffrire con lei, al pensiero di non sapere dove sia l’amato cane. E così la narrazione prende e seduce come il più intrigante dei gialli. 

Nessun commento:

Posta un commento