lunedì 31 luglio 2017

GEOGRAFIA ESISTENZIALE




Cos'è? Paesi e continenti c'entrano, ma non interessa la loro estensione, il Pil, le città più importanti, i confini, la storia...Forse la storia in quanto rimanda alle persone, alle loro vite, soprattutto alle loro radici. E Se dico radici dico storie è il titolo di un libro di Gian Luca Favetto diventato il recital Le radici davanti per la decima edizione di Scali a mare Pieve Ligure Art Festival diretto da Sergio Maifredi. A condurlo, allo scalo Chiappa, lo stesso Favetto egregiamente supportato dalla straordinaria voce e capacità interpretativa di Saba Anglana e dall'attento accompagnamento alla pianola elettrica di Fabio Barovero. Evocate con passione ma senza eccessi, con fedeltà da cronista ma senza freddezza, con partecipazione ma senza sbavature ruffiane, storie di partenze, di lunghi viaggi senza ritorno, di incontri nel tempo, di qualche rimpianto. Perché come dice Favetto “le radici sono il nostro futuro. Hanno un passato ma esistono per il futuro.   Sono destino e destinazione”.       Delineano la strada, ci ricordano chi siamo, da dove veniamo e ci aiutano a capire dove andiamo. Nei racconti sembra di vedere i personaggi, il bambino che non vuole piangere, la giovane mamma, il vecchio sommerso dai ricordi. E sullo sfondo città e natura di paesi e continenti. Particolarmente coinvolgente la serata di sabato 29. A far da sfondo agli attori-lettori oltre alle rocce a picco e a un mare blu e inquieto, un via vai di barche e navi con le loro luci e i lampi di un lontano temporale. Purtroppo non così lontano. Preannunciato da qualche goccia vissuta sul palcoscenico con la coraggiosa indifferenza dello Show must go on. Ma trasformatosi, con il rammarico del pubblico, in uno scroscio impetuoso con tuoni e fulmini tali da far temere pericolosi corti circuiti e quindi obbligare a chiudere lo spettacolo con un quarto d'ora d'anticipo. Più fortunato e senza contrattempi lo spettacolo di chiusura  del festival, sempre allo Scalo Chiappa. Sul palcoscenico-scoglio domenica 30, Mario Incudine, con l’accompagnamento alla fisarmonica di Antonio Vasta, ha raccontato quasi sempre in siciliano la leggenda di Ulisse e il Ciclope secondo Omero, Euripide, Pirandello e il ligure Camillo Sbarbaro. Molto applaudito il bis con serenata e coinvolgimento del pubblico e la versione sicula, omaggio a Fabrizio De André, di Bocca di rosa.

giovedì 27 luglio 2017

OLTRE IL GIARDINO




Che il turismo sia una risorsa importante se non fondamentale per il Pil di un Paese non stupisce nessuno, anche se molti tendono a ignorarlo. Ma che dei giardini possano venire gestiti come un'azienda con piani di sviluppo, investimenti, strategie di marketing  è già più inconsueto. Eppure è quello che sta facendo il Principe 

Vitaliano Borromeo, forte di una lunga esperienza manageriale, con le sue proprietà sul Lago Maggiore. Che siano sempre state meta di visite è risaputo, ma la sua idea non è solo quella di tenere curati prati, piante e fiori, quanto di inserirli a pieno titolo nel mercato del turismo culturale . Quindi con un approccio da business aziendale, più che con una visione conservativa come c’è sempre stata. Interessante e al passo con i tempi, se si considera  che la generazione dei 35-45enni con figli è molto orientata verso questa forma di turismo. Ora Isola Madre e Isola Bella insieme alla Rocca di Angera, sempre dei Borromeo, fanno parte  di un network a cui si è aggiunto a luglio il Parco di Villa Pallavicino. Nato come dimora privata nel 1855, poi acquisito dalla famiglia genovese Pallavicino  che trasformò la villa e ampliò il parco, divenne un museo faunistico aperto al pubblico nel 1956. Oltre a una collezione di alberi con fioriture spettacolari e piante anche in estinzione ci sono daini, zebre, pavoni (il bianco della foto è a Isola Madre, uccelli esotici. Negli ultimi tempi, nonostante i 60mila visitatori l’anno, la villa  era in agonia. Non venivano rinnovate le piante. Cosa invece importantissima per attrarre un pubblico sempre più esigente. Come ha spiegato Gianfranco Giustina, curatore dei giardini Borromeo che è stato recentemente insignito della medaglia di miglior giardiniere al mondo dalla Royal Horticultural Society britannica. Oltre a seguire l’organizzazione dei giardini, Giustina viaggia ogni anno da un continente all’altro alla ricerca di specie nuove, studiandone la possibile acclimatazione. Ma l’innovazione non si ferma qui. Nel progetto rientra il riadattamento delle case dei pescatori per farne  piccoli negozi o caffetterie per soste gourmet. Un altro obiettivo è quello di rendere visitabile il circuito per almeno dieci mesi l’anno. Includendo l’autunno che può avere l’attrattiva del foliage e dei suoi colori.  In programma visite guidate su prenotazione anche fuori orario d’apertura,  e  pacchetti di due notti, chiamati week end del principe, in una casetta sul lago completamente ristrutturata.  E poi naturalmente la possibilità di organizzare eventi, matrimoni, feste.Insomma una serie di iniziative destinate a creare anche nuovi posti di lavoro, proprio come un’azienda in crescita.   


lunedì 24 luglio 2017

PER CENTO GIORNI, PER CENTO NOTTI...


Attraverso un cancello con svolazzanti nastri gialli si entra in un giardino incantato con letti che invitano al sonno e a sicuri sogni d’oro . Da un momento all’altro ci si aspetta di vedere comparire una bambina dai lunghi capelli biondi, seguita da un grande coniglio o da un enorme gatto buffo o da una carta da gioco con le gambe.  Non siamo sul set di un’ennesima rivisitazione di Alice nel paese delle meraviglie ma a una meno lirica presentazione di materassi. La storia di questi prosaici, ma utilissimi oggetti però giustifica pienamente la cornice. Si chiamano Eve, ma la prima donna non c’entra. Il nome, come spiega Jas Bagniewski uno dei fondatori del marchio, viene dalla riscrittura di uno in greco. La magia, invece esiste, dal momento che i materassi sono venduti arrotolati e sotto vuoto, quindi con un ingombro minimo e facili da trasportare. Una volta aperta la confezione nel giro di tre ore  si aprono e si rivelano bianchi con l’elemento distintivo della striscia gialla. Sono fatti di tre centimetri di memory foam che prende la forma del corpo e di un rivestimento in poliestere ipoallergenico, anti-acaro, resistente e facilmente lavabile. Ma quello che rende la magia completa è che Eve, di design inglese ma prodotto in Germania e frutto di ricerche e sperimentazioni con 71 prototipi durate quattro anni, si acquista solo on line (SleepEve.it), arriva entro cinque giorni e si può provare per cento notti. Se non si è soddisfatti si può restituire. Nel senso che un incaricato viene a casa lo ritira e rimborsa la cifra spesa. Particolare non trascurabile ha una garanzia di dieci anni. A questo punto non è una magia il fatto che la brillante intuizione di tre giovani inglesi nel giro di appena due anni sia diventata un’azienda di 81 dipendenti con un fatturato di 12 milioni di sterline, giro d’affari in 14 paesi, e dallo scorso maggio una quotazione alla Borsa di Londra. Convinti che “Una giornata fantastica comincia dalla notte prima”, i fondatori stanno mettendo a punto un’intera linea per il letto  con cuscini, lenzuola, coperte, eccetera. Qualcuno ha chiesto se nel kit prevedono anche un partner. “Non ancora, ma sui nostri materassi assicuriamo un ottimo sesso” è stata la pronta risposta di Jas Bagniewski.  

giovedì 20 luglio 2017

LA FORZA DEI PICCOLI



Che “la civiltà non si misura a metri quadri e cubatura” siamo tutti d’accordo, ma per esserne certi si può fare un salto a Monte Castello di Vibio in provincia di Perugia, dove c’è il teatro più piccolo del mondo. Non a caso la scritta si legge in un documento dei primi Ottocento che parla appunto del Teatro della Concordia. Ed è anche diventato il suo slogan. Ovviamente non fa solo riferimento al cartellone degli spettacoli, che può essere di qualità anche in uno spazio modesto, ma alla sua estetica. E’ in sostanza la miniatura di un teatro dell’opera, come il Teatro Farnese di Parma a cui è gemellato, con palchi, platea dalle poltrone di velluto rosso, foyer affrescato, caffè, camerini e solo 99 posti a sedere. Anche la sua storia è interessante. E’ stato fatto costruire da nove famiglie del borgo umbro (con pianta a cuore) e inaugurato nel 1808. Il nome fa riferimento al clima di pace tra i popoli, che si stava creando dopo la Rivoluzione francese. A differenza di quanto si può pensare, dato che i palchetti su due ordini sono distribuiti su nove colonne, le famiglie sponsor non avevano un loro palco fisso. Ogni mese si spostavano in quello accanto, in modo che tutti potessero avere la visione centrale della scena. Più Concordia di così… La struttura dei palchi, completamente in legno, assicura una perfetta acustica tanto che il teatro è usato come sala di registrazione. Per più di un secolo ci sono stati spettacoli, con una grande intensità soprattutto tra il 1930 e il 1940, quando si esibivano una filodrammatica e una corale locale. Nel 1951 il Concordia ha chiuso per inagibilità, dopo aver ospitato nel 1945 il debutto sulle scene di Gina Lollobrigida, allora diciottenne, in Santarellina di Eduardo Scarpetta. Nel 1993, riaperto dopo sette anni di restauri, ha avuto 155 mila visitatori e 55 mila spettatori. Nel 2002 gli è stato dedicato un francobollo. Ora, oltre che come teatro, funziona per feste, eventi, matrimoni. Proprio come succedeva dal Settecento in poi, per i piccoli teatri di corte italiani ed europei.(Dall'alto, il teatro ora, il foyer, il teatro nel 1929).  www.teatropiccolo.it