venerdì 10 febbraio 2017

SORPRENDENTE FAUSTA




Diversi sono i motivi per cui stupisce  Se il mondo fosse quadro saprei dove andare la personale, a Milano, dedicata a Fausta Squatriti. Sicuramente per il titolo, che è una frase dell’artista stessa,  poi perché a Milano  si tiene non in una, ma in tre sedi piuttosto diverse l’una dall’altra: la Triennale tempio del design, le Gallerie d’Italia  nuovo spazio espositivo di Intesa Sanpaolo e la Nuova Galleria Morone che punta sui linguaggi espressivi contemporanei. Ma soprattutto perché vedendo la mostra, curata da Elisabetta Longari, si scopre un talento eclettico. Oltre che pittrice e scultrice Fausta  è, infatti, scrittrice ed è stata una dei primi editori di multipli. Last but non least ha davvero precorso i tempi, eppure in Italia non ha quella fama e quella notorietà che ha all’estero. Basta dire che ai testi del catalogo ha collaborato Michel Gauthier  conservatore del Centre Pompidou. Che nel 1969 sue opere sono state esposte al MoMa.Le sue sculture sono o sono state in tournée  nei più famosi musei del mondo, da Tel Aviv all’America Latina. In questa rassegna si scoprono opere che davvero anticipano la pop art, si legge scritti che aprono a nuovi panorama, si ripercorrono importanti momenti dell’arte. Interessante la vastità di linguaggi usati da Squatriti, che vanno dai calligrammi di quando era giovanissima, con cui esprime i suoi pensieri, profondi, immediati, ironici. Alla scultura,per cui passa dall’acciaio all’ottone, dal plexiglas alla gomma, alla lamiera smaltata, al legno, al gesso, fino al bitume e a materiali organici. Nella pittura dal figurativo all’informale, dall’acquarello al pastello, alla matita. Utilizza la fotografia e spesso assembla tutto in  straordinari patchwork.  Molti di questi sono esposti in Triennale. Come l’autoritratto davanti allo specchio (particolare in alto a destra) o l’inquietante Solitudine di Giacomo Casanova, con un profilo e una foto dei palazzi di Venezia affacciati su un mare nero (a sinistra). Le sculture degli anni Sessanta, tra  cui spicca Curioso rosso in acciaio e ottone laccato considerato quasi un manifesto (in basso a destra), sono invece presentate nella Nuova Galleria Morone.  Fondamentale per scoprire il suo percorso artistico le riflessioni sul quadrato. O meglio la Fisiologia del quadrato nelle Gallerie d’Italia. Qui il 23 febbraio è messo in scena il suo monologo Benvenuti! Istruzione per l’uso. La mostra è da oggi al 5 marzo in Triennale, fino al 2 aprile alle Gallerie d’Italia e alla Nuova Galleria Morone. Curato da Elisabetta Longari anche il catalogo, con una grafica e un uso dei colori insolito e intrigante. Da leggere come un libro.

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