venerdì 16 dicembre 2016

NULLA SI DISTRUGGE, MA MOLTO SI CREA




Due grandi ambienti luminosi, preceduti da un piccolo  spazio con una sdraio in bambù dell’Ikea, si saprà dopo. Ma la tela stupisce per la lavorazione e non è certo del colosso svedese. Entrati, sono molti gli elementi che colpiscono. Dal tavolo da ping pong agli arazzi sulle pareti, dalle sedie e le panche, alcune design altre di tradizione, ma tutte con rivestimenti inediti.  E poi tende, stand con capi, non accomunati per colore, tipologia, stagione, ma secondo un criterio che si scoprirà in seguito. Un grande tavolo di legno e sotto le finestre una fila di macchine da cucire. Tutte funzionanti, perfino la vecchia Singer. Molte le  fotografie, solo in bianco   

e nero, con un’uguale cornice, che spesso contiene due immagini. Ci spiegherà poi l’autrice Carola Guaineri (che qui ha la sua camera oscura) della sua tendenza ad accostare  soggetti  o oggetti diversi, lontani “fisicamente” ma con forti,  imprevedibili affinità. Una mano di un uomo in Sardegna, con la stessa piega di una statua classica, per esempio. Tutto qui è da guardare, e nel caso dei   tessuti anche da toccare, per cogliere le contaminazioni, le sovrapposizioni, gli inserti. Siamo nell’atelier Fosca in Via Bastia, piccolo cul de sac, inconsueto per Milano, a poche centinaia di metri dalla Fondazione Prada. Qui  Fosca Campagnoli crea e mostra le sue creazioni. Che vanno, appunto, dal rivestimento di una sedia come quello per le mitiche   Superleggere di Giò Ponti al gilet che mette insieme tessuti maschili e femminili. Dall’arazzo  con pezzi di materiali diversi ai pantaloni, solo di un unico modello, che indossa lei stessa: larghi, scampanati, quasi una gonna pantalone, fascianti sui fianchi e donanti anche per fisici diversi. Alle tende su cui Fosca scrive poesie con la macchina da cucire. Ci sono cappotti con profilature particolari nere alla Mondrian, le stesse che si ritrovano nei cuscini. In un angolo sono appesi dei pannelli con  rettangoli di tessuto. Sono i foglietti acchiappa-colore dei bucati, frutto di un’esercitazione proposta da Fosca a una trentina di donne  sul concetto di  Quiete .  Un ulteriore esempio del suo desiderio di restituire vita nuova a campioni di tessuti, vecchie stoffe, scarti di sartorie e di case di moda. Fino al 23 dicembre è in mostra la collezione chiamata Appunti, proprio perché spiega tutto questo.  Moltissimi quindi gli spunti per un regalo pensato e per passare una  piacevole mezz’ora, magari anche con una partita di ping pong. Dal 9 gennaio l’atélier è frequentabile su appuntamento (www.foscamilano.com) 

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