giovedì 7 luglio 2016

SVAGHI CULTURALI DA PRATO


  
I musei sono cambiati, è cambiata soprattutto  la loro fruibilità. E il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, che riaprirà le porte il 16 ottobre, rinnovato e ampliato, ne è  uno degli esempi più significativi. Lo è negli intenti del progettista Maurice Nio con quella architettura a forma di nave spaziale da lui chiamata Sensing the Waves perché si pone come un’antenna pronta a intercettare le onde di creatività . Il centro non è solo un contenitore di opere d’arte visiva, ma “un ricettore di istanze culturali del territorio”. “Un luogo da vivere, in cui il pubblico diventa parte della creazione” ha detto il direttore Fabio Cavallucci. E il fatto che sia a Prato non è casuale. Come ha  fatto notare il sindaco di Prato  Matteo Biffoni,  è una sfida del contemporaneo e Prato ha vissuto la sfida del contemporaneo sotto tutti i punti di vista, economico, imprenditoriale e culturale. Il Centro, che sarà aperto anche di sera,  è concepito come un teatro per accogliere tutte le forme d’arte. “C’è una necessità  della società  di avvicinarsi a contenuti artistici e nello stesso tempo l’arte deve toccare temi più vicini al quotidiano” prosegue Cavallucci. E non a caso la mostra di apertura(che continuerà fino a marzo 2017) si intitola La fine del mondo. Ma non è la rappresentazione di un futuro catastrofico, vuole fare riflettere  su un mondo che non ha più la stabilità di un tempo. Mancano sicurezze, riferimenti certi. Non c’è la speranza di un progresso, non ci sono più le ideologie. E a raccontarlo sono le installazioni come quella di Thomas Hirschhorn, con il soffitto che crolla (foto in basso), o quella del percorso mostruoso e preistorico fino alla radice di una pianta del brasiliano Henrique Oliveira (foto in alto). Ma anche piccoli dipinti  di giovani artisti del Medio Oriente e del Nord Africa o opere di grandi maestri come Duchamp, Picasso, Boccioni.  Oltre a espressioni di altri linguaggi artistici, film,  concerti, pièce teatrali, performance o video come quello della cantante Bjork che ha suscitato grande scalpore al Moma di New York.

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