venerdì 1 aprile 2016

TU MI TURBI

E’ un peccato che chiuda domani la mostra di Fabrizio Bergamo  a Milano, perché davvero cattura attenzione e non solo. Già il titolo Perturbanti non lascia indifferenti. Il che non è sempre un bene, perché può generare un carico troppo impegnativo di 
            aspettative. In questo caso il problema non si pone, nel senso che quello che si vede soddisfa pienamente. I soggetti scelti dal fotografo sono le bambole e i fiori. Temi non facili da affrontare, il primo per le implicazioni inquietanti, che rischiano il déjà vu o l’effetto facile. Il secondo, i fiori, tra i più affrontati, che richiede quindi  chiavi di lettura nuove. Per Bergamo è il colpo di luce. Non scontata neppure questa. Grazie all’audace tecnica usata(pinhole digital art), che consiste nel non usare l’obiettivo. L’eliminazione di qualsiasi filtro permette di avvicinarsi maggiormente, entrando quasi nel soggetto. E così le bambole diventano esseri viventi, che sembrano sentire la nostra presenza, fra l’horror e il surreale. I fiori si trasformano in creature mostruose, pur nella loro apparente bellezza. Le foto, tutte su fondo nero, sono rese ancora più pregnanti dalle cornici in legno di gusto barocco, ma dipinte di nero anche loro. Completano l’esposizione  una serie di lavori del passato. Sono ritratti di pittori come Tom Porta, musicisti come Eugenio Finardi, dove la luce è quanto mai caravaggesca.La galleria Mario Giusti HD–Headquarter si trova nel secondo, fascinoso cortile di un vecchio palazzo di Via Cesare Correnti con un curioso giardino al centro, che sembra la base di una collina. Dal 7 aprile fino a maggio da vedere qui la mostra di Andrea Greco, con un’installazione che mette insieme musica e sensazioni olfattive. www.mariogiustihq.com

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