giovedì 22 ottobre 2015

TANTO DI CAPPELLO


Si sono visti diversi cappelli nelle prime file delle sfilate milanesi e anche di dimensioni ragguardevoli. Due le considerazioni immediate.  Si sono perse le regole di bon ton che bocciavano i copricapi ingombranti a teatro o cinema   

e i cappelli stanno tornando di moda.  Tutte e due espressioni di tendenza.  Se la prima suona negativa e sottolinea un processo, ohimé, inarrestabile, la seconda piace e fa pensare a un futuro di eleganza.  Confermata dalla frase di un anonimo, non si sa bene di quale epoca: “Il cappello, un luogo simbolico, complesso, in grado di far uscire dall’anonimato un volto, uno sguardo, un’anima”. Non a caso è stato scelto per l’ home page dall’Antica Manifattura Cappelli di Roma. La storia di quello che è considerato il più antico laboratorio di cappelli della città inizia nel 1936, ma è grazie alla determinazione di Patrizia Fabri che lo rileva, dandogli anche il nome nel 2003, che rinasce e si fa conoscere. L’ultimo passo  è stato l’apertura e l’inaugurazione lo scorso martedì di una boutique in Via dell’Oca, considerato il nuovo indirizzo cool della capitale. A due passi da Piazza del Popolo e dell’ Hotel Locarno, piccolo albergo di charme. Svariati i modelli proposti: da quelli più classici, ma sempre con un dettaglio innovativo, alle varianti sui classici, molto apprezzate dalle signore del cinema, come la pamela in maculato (v.foto), fino a quelli più eccentrici per fashion victim e modaiole. Tutti pezzi unici realizzati a mano secondo la tradizione.

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