giovedì 29 ottobre 2015

DOLCETTO? SCHERZETTO? SACCHETTO!


Quale piacere ci può essere nel dormire in un albergo dove dicono si aggiri un fantasma? A parte il gusto perverso di mettere la bandierina dell’io-ci-sono-stato. Eppure sono sempre di più le proposte di week end in luoghi cosiddetti dell’orrore per Halloween: “Gli hotel più spaventosi del pianeta”, “Le destinazioni più terrificanti per un’ indimenticabile vacanza” sono gli slogan d’attrazione. Non meno incomprensibile l’idea di comprare o di regalare un capo o un accessorio da indossare per una festa che non appartiene alla nostra cultura e, anche in un giusto discorso di ampliamento degli orizzonti, è una delle più insulse tradizioni da recepire. 
Niente contro il braccialetto con i teschi o l’orsacchiotto-ciondolo con scheletro, piuttosto che piccoli simboli horror su calze e maglie, ma perché devono far parte di un travestimento ridicolo? In fondo Carnevale è vicino.  Al massimo si può lasciare ai bambini dolcetto e scherzetto  dato che la rima viene bene. Per quanto una città italiana non offra la  stessa situazione di un paese della provincia americana. Ottima, invece, e da imitare la ricetta per Halloween che diventa Guerrilla di Kiki Pelosi, blogger amante degli animali. In questi giorni ha sparso sui marciapiedi di un quartiere trendy di Milano cakke, cioè cake che hanno la forma di deiezioni canine, commestibili per i quattrozampe. Corredati da biglietti che evidenziano l’horror, vero. Uno scherzetto gentile per invitare i  padroni di cane distratti  a portare un sacchetto per raccogliere quello che normalmente non è un dolcetto.

Nessun commento:

Posta un commento