martedì 3 marzo 2015

BALLA CON EXPO

(foto A.Vasari)

Se qualcuno non sapesse niente di Giacomo Balla e delle sue opere  potrebbe pensare che “Genio futurista” sia stata creata apposta per l’Expo. Non c’è il cibo per nutrire il pianeta, ma ci sono tutti gli elementi che  parlano di futuro, di movimento, di nuove sfide dell’uomo. Considerando poi che i colori dominanti sono il bianco, il verde e il rosso, non si poteva scegliere capolavoro più rappresentativo. Ma non è casualità. L’opera, che è un olio su tela d’arazzo di 2 metri e cm.79 per 3 metri e cm.81, fu dipinta da Balla per l’Esposizione di Parigi del 1925. Non solo era stata significativa perché metteva il punto sulla nascita e l’evoluzione dell’Art Déco, ma riscattò in pieno la pochezza del modesto padiglione italiano,come ha spiegato il Professor Fabio Benzi, ordinario di storia dell’arte contemporanea all’Università di Chieti e curatore scientifico della Fondazione Biagiotti Cigna. Si spera che questa volta “Genio futurista” non debba riscattare niente, dato che sarà esposto nelle sale di rappresentanza del Palazzo Italia dal 1° maggio al 31 ottobre. Dietro l’iniziativa, la generosità  di Laura Biagiotti, oltre che stilista, collezionista illuminata e intelligente. L’opera, infatti, è uno dei pezzi forti della Fondazione Biagiotti Cigna da lei creata nel 1996 in memoria del marito. La raccolta di oltre duecento lavori dell’artista, tra cui gli studi sulla moda, è considerata  il maggiore e più importante  insieme di arte applicata futurista esistente. L’intera collezione è stata esposta al museo Puskin di Mosca nel 1996 e  nel Chiostro del Bramante di Roma nel 1998. “Genio Futurista” è stato nel 2009 all’Ara Pacis. “Ho pensato che dopo 90 anni  potesse di nuovo illuminare,  con il suo prisma tricolore di luci, l’operosità e il ben fare italiano” ha commentato Laura Biagiotti.

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