giovedì 29 gennaio 2015

TERME E DINTORNI




Arrivando a Chianciano in inverno si ha difficoltà a  pensare che qui Federico Fellini ha girato “Otto e 1/2” e che Luigi Pirandello, estimatore del luogo, ci ha ambientato due racconti. La valle di Chiana certo ha la  dolcezza delle colline senesi, ma l’edilizia anni Cinquanta e Sessanta  riesce a imporsi con la sua sgradevolezza. Accentuata nel fuori stagione da quell’aria di abbandono dei grandi alberghi, che non ha niente a che vedere con la fascinosa fatiscenza dei letterari luoghi termali.  Può essere però il momento giusto per apprezzare il vecchio borgo, non certo tra i migliori della Toscana, ma con un’impronta precisa e attraente. E’bello arrivarci a piedi e salire per la strada carrozzabile o per le strette scalinate, con scorci da cartolina. In cima, la vista accanto all’antica torre dell’orologio e oltre i tetti, è davvero a perdita d’occhio. Non circolano macchine, ma è anche raro trovare  passanti. I pochi negozi non hanno nulla da spartire  con i negozi della zona termale, copia conforme di quelli di qualsiasi città o località  modaiola . C’è la piazza del municipio, leggermente in discesa, con una cappella, una fontana e due tenere panchine. Da qui proseguendo tra le case in mattone rosso si arriva alla chiesa dell’Immacolata. Dietro a questa, una deliziosa piazzetta dove il paese finisce.
E’ un po’ a malincuore che si abbandona quella scenografia  teatrale, per ritornare nella “civiltà del benessere”. Anche se un bagno alle terme ha sempre la sua attrattiva. Come cantava Orazio, consigliando le cure dell’acqua all’Imperatore Augusto.

lunedì 26 gennaio 2015

NUTRIRSI D'ARTE

Emilio Longoni
 Mel Ramos
Jacopo Chimenti

Una mostra sul cibo nell’arte non è un’idea così originale. E in questo periodo di Expo sul nutrire il pianeta, ne vedremo svariate. Se poi l’argomento è affrontato da un punto di vista cronologico, la sorpresa scompare quasi totalmente.  Così  dal titolo “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”,  l’esposizione  (dal 24 gennaio al 14 giugno) a Palazzo Martinengo di Brescia potrebbe apparire un po’banale.  E invece, si è piacevolmente sorpresi. E non solo per i magnifici soffitti della seicentesca  sede.  Le cento opere, per la maggior parte  dal Barocco al Rococò, sono  raggruppate in stanze, secondo temi “alimentari”. Non a caso il curatore Davide Dotti si è avvalso della collaborazione di alcuni dei più rinomati dipartimenti di Scienze Alimentari delle Università italiane, che hanno analizzato in maniera scientifica  le tavole imbandite e le dispense delle tele per attingerne informazioni sui cibi e il gusto nelle diverse epoche. Da “Mercati dispense e cucine” a “La frutta”. Da “La verdura” a “Pesci e crostacei”. Da “Selvaggina da pelo e penna” a “Carne salumi e formaggi”. Da “Dolci vino e liquori” a “Tavole imbandite”. Escono da questa catalogazione la prima sala “L’allegoria dei cinque sensi” e l’ultima “Il cibo nell’arte del XX secolo”. Qui si va dal tavolo con angurie del divisionista Emilio Longoni alla natura morta di De Chirico, a quella sfumata  di Magritte , da una scena di macello di Guttuso   alle “michette” di Piero Manzoni, dalla banana di Mel Ramos    alle zuppe Campbell e all’Ultima Cena di Andy Warhol, a dipinti di De Pisis, Lichtenstein, Fontana. A completare l’ultima sala l’ interessante installazione Piramide Alimentare realizzata per l’occasione, da Paola Nizzoli Desiderato, che da vent’anni sperimenta nuove tecniche artistiche. Notevoli anche le ceramiche iperrealiste e trash di Bertozzi & Casoni, sparse per le varie sale, secondo il tema. Tra le curiosità, una scultura, forse l’unica mai realizzata, di scuola arcimboldesca in gesso, a grandezza umana, esposta per la prima volta, in un passaggio fra una sala e l’altra. 

sabato 24 gennaio 2015

RITRATTI IN CO2


Gli oggetti cari a una persona, i suoi interessi, le sue passioni   sono sicuramente più funzionali per descriverla di un ritratto, fotografico o disegnato. Ed è su questo concetto che ha lavorato Deborah  Ligorio, pugliese che vive a Berlino, per “i ritratti” in mostra fino a metà febbraio alla galleria di Francesca Minini a Milano. Dietro alle opere, collage con carta, pelle, tessuto di piccole dimensioni, un lungo lavoro di preparazione e la voglia di affrontare una tematica di attualità. Senza la presunzione di lanciare messaggi. Le persone ritratte, amici, parenti (la sorella), ma soprattutto amici di amici, conoscenti e anche sconosciuti hanno compilato  un questionario,  preparato da Ligorio, in cui raccontavano la loro vita.  Con un' attenzione speciale alle abitudini alimentari, ai mezzi di spostamento usati, ai tipi di hobby. In modo da poterne trarre un profilo, legato all’emissione di anidride carbonica per ognuno.  Nei ritratti incollati pezzi di vita, di storia. L’interno di un’ auto per l’appassionato di motori, una proboscide d’elefante per l’indiano  vegano, colori ed elementi forti per una manager texana, ecc. E in ognuno una piccola fettuccia posta orizzontalmente a segnare il livello di emissione di CO2. Azzerata per l’indiano, elevata per la texana  sempre in giro sugli aerei ecc. Piacevoli esteticamente, per gli incroci cromatici e l’equilibrio tra i pezzi e gli spessori, queste opere "prendono". Non necessariamente per il discorso legato alla civiltà dei consumi, anche se qui è esposto in un modo meno convenzionale, quanto perché si è spinti a immaginarsi le persone che ci stanno dietro, si ha la percezione di averle conosciute, le si sente vicine. E sicuramente più reali di quanto sarebbero se vedessimo il loro volto fotografato o disegnato.  

giovedì 22 gennaio 2015

INTERNAVIGANDO DA LEVANTE A PONENTE


C’è un “in” tra turismo e liguria ed è quello che fa la differenza. Per cui è bene non sbagliare quando si cerca www.turismoinliguria.it il nuovo portale che l’agenzia di Promozione Turistica in Liguria ha appena messo on line.  Ben organizzato e funzionale è anche sufficientemente emozionale  per coinvolgere  i navigatori più restii o chi non vuole solo l’indirizzo del ristorante o l’albergo con il migliore rapporto qualità-prezzo.

Molto è dovuto alla felice scelta di colori, quelli delle case liguri, perfetti per entrare in atmosfera E poi la divisione,non così scontata, per temi di vacanza. Sono quattro: mare, sapori, vacanza attiva e cultura. Sul primo  non c’è molto da scoprire, ma si è comunque                     bene informati sulle spiagge aperte ai cani, piuttosto che sugli stabilimenti balneari,più numerosi a Ponente,  dove ferve la movida notturna. Sui sapori,  nel senso della cucina ligure, tutti sono informati, però può far piacere avere   qualche ricetta o  sapere  di una gara del pesto a Palazzo Ducale di Genova, dove partecipano 100 concorrenti reclutati in tutto il mondo, con  una selezione che dura due anni. Sicuramente i due temi del sito più interessanti sono  la vacanza attiva e la cultura. Che in Liguria si vada a vela, si giochi a golf o si faccia mountain bike non è una sorpresa ma che in inverno ci sia, nella fredda Val d’Aveto, una cascata di ghiaccio (v.foto), scalabile solo da alpinisti provetti con guida, è una notizia. Come innumerevoli e inimmaginabili sono i palazzi, i musei(come il Museo delle culture nel mondo di Castello d’Albertis, nella foto), i siti archeologici segnalati.  Foto si alternano a video con musica ben scelta. Immancabile la sezione interattiva, chiamata My Liguria, dove l’internauta può lasciare i suoi commenti e condividere con gli amici le impressioni delle sue vacanze.  

lunedì 19 gennaio 2015

L'IMPORTANTE E' AVERE LA STOFFA


Difficile trovare una tendenza dominante nelle sfilate milanesi. Dando per scontato che continua il trend che vuole materiali di qualità e tagli e dettagli che fanno la differenza.  Rientra nel concetto l'uso dei tessuti classici della tradizione maschile. Così Diesel Black Gold  mette insieme i punti forti  della sartorialità britannica, appunto il tweed , il tartan, il Principe di Galles, con uno spirito punk-provocatorio, e qualche strizzata d’occhio al militare. Quadrettati d’ ispirazione country americana  e  camouflage  personalizzato da Antonio Marras, che  sfila in un garage,  con  taxi newyorkese e  immagini della grande mela,  a far da cornice.
 Harmont & Blaine
 Fratelli Rossetti
 Diesel Black Gold
 Trussardi
Da Etro, signori rinascimentali sembrano uscire dalle sale di un sontuoso palazzo, proiettato sul fondo della passerella. Per loro cappotti con disegni paisley, abiti in velluto liscio o in lane  a quadri e scozzesi, giacche-piumino spolverate d’oro per la sera. Ogni tanto compaiono animali esotici, una scimmia  su una colonna, un elefante, un rinoceronte, una tigre. Da Trussardi, Gaia guarda agli anni '90 e  a Kurt Cobain,  ribelle introverso e malinconico. Mescola i tessuti con la pelle, la lana cotta con il cashmere. Sui giacconi e i parka  aggiunge la pelliccia. Nel jeans mischia il denim con il cashmere. Anche negli accessori unisce la flanella alla pelle o al suede.  È dedicata a un cowboy texano  la collezione dei Fratelli Rossetti. Dai modelli più formali in coccodrillo o saffiano viola, verde e blu a quelli più casual come l’ankle-boot e lo stivale da cavallerizzo. Fino alla stringata e alla pantofola da sera, in vernice nera con stampa floreale in rilievo.Mirko Fontana e Diego Marquez di Au jour le jour scelgono il gioco del Monopoli, e ne prendono  le icone per caratterizzare   maglie e T-shirt con stampe o applicazioni crochet. Patchwork di materiali vari, ecopelliccia e neoprene compresi,  per gilet e cappotti.Si chiama Caleidoscopio la collezione di Harmont  & Blaine. In omaggio a Napoli, un caleidoscopio di suoni, profumi e colori. E   il blu del Vesuvio, il rosso pompeiano e il giallo di Castel dell'Ovo sono i colori  dei capi. Tra i pezzi forti il giubbotto in maglia, corposo ma leggero, grazie a un mix di sofisticate tecnologie e artigianalità. Dedicata a Oscar Wilde, appassionato di Napoli, la  scarpa Oscar stringata e bucherellata, anche in versione scarponcino.  



 

sabato 17 gennaio 2015

MA CHE FREDDO (NON) FA!

 Jimmy Choo
 Costume National
 Giuseppe Homme

Mentre fuori la temperatura supera largamente i 10 gradi, sulle passerelle si evocano atmosfere da sottozero. Se per la donna non esistono più le stagioni, per l’uomo l’inverno arriva ed è polare.   L’immagine della neve che scende abbondante su un albero spoglio   è lo sfondo da Corneliani. “Originalissimo!” grida un fotografo e non si può non dargli torto. Collezione impeccabile, materiali superlativi , colori  saggi. Grande scelta di cappotti, giacconi, maglieria. Unici tocchi di novità i colli sciallati in maglia e il chiodo di pelliccia. Coperti e meno minimali del solito  gli angeli urbani di Costume National. Per loro un guardaroba mix di pelle, pellicce, cashmere e mohair. Tra le sorprese la giacca da frac,il blazer militare con strass e il cappotto piumato.  
 Gianpiero Colombo
Nero, grigio, e flash di bianco per la collezione-debutto di Gian Piero Colombo (architetto, classe 1956), che guarda  a Piero della Francesca. Su felpe e giacche lo strano rammendo dell’abito della Madonna di Senigallia. Sulle maglie le righe diagonali delle bandiere del pittore. Insolita la giacca-camicia senza revers, interessante il cappotto in lapin  reversibile.
Debutto a Milano anche per Michael Bastian   con una collezione al 100% italiana ispirata  alle due facce dello stato di New York: l’Upstate, tutta natura dove è nato, e la congestionata Manhattan. Lo stilista rivisita il principe di Galles per giacche e  cappotti da accostare a pantaloni rossi. Fodera le giacche di finestrato in cotone da camicia. New York fa da sfondo alla passerella di Hogan, una avenue con strisce pedonali e semafori, su cui camminano uomini con cappotti in lana intrecciata e cammello, in peacoat di vernice e shearling, in giacche di denim e shearling. Fuori miriadi di ragazzine urlanti attendono l’uscita di Jamie Campbell Bower, il cattivo di Twilight.  
Si sperava di non vedere più le gonne per uomo e invece sono riapparse. Nella sfilata del 27enne malese Edmund Ooi, nel teatro di Armani. Per il resto capi con tagli innovativi, giacche con patchwork di inserti geometrici, cappotti destrutturati, inedita maglieria jacquard. Andrea Pompilio prende spunto dalle divise, dal vigile all’aviatore, ne coglie  colori e dettagli e li rielabora. Usa il visone per le maglie e trasforma l’alpaca in pelliccia per i cappotti. Un po’ troppo severa ma di alta sartorialità la  collezione di Jil Sander. Tra i pezzi migliori i cappotti con cintura e martingala. Il fiocco di neve, ingigantito  fino a perdere la sua identità, è la stampa fil rouge da Les Hommes che propone capi da grande freddo.
Il glamour della giornata è nelle scarpe. Da Jimmy Choo il direttore creativo Sandra Choi immagina il guardaroba della residenza in campagna di un gentleman londinese. Gli stili urban e country si fondono. Nello scarponcino stringato in pelle effetto lana bouclé. Negli stivaletti pied-de-poule. Nella scarpa da barca stampa principe di Galles, nel mocassino stampa tartan su quadro botanico. E per la sera pantofole in tessuto  tappezzeria con lurex e slip on glitterate. Per Giuseppe Homme, Zanotti mette insieme street-style e lusso blasonato: stemmi sulle slip on,  catene dorate come stringhe sullo scarponcino, sneaker con fascia dorata, polacchini in tessuto da divani o in velluto con borchie.