venerdì 23 maggio 2014

SARANNO FAMOSI 1935


 (foto Marco Caselli)
Ci vuole un bel coraggio per portare sul palcoscenico una storia tratta da un libro, diventata nel 1969 film con la regia di Sydney Pollack, accolto con enorme successo a Cannes  e insignito di  un  Oscar per il miglior attore non protagonista.  Giorgio  Mariuzzo, che ha tradotto e adattato il testo  e Gigi dell’Aglio regista, questa audacia l’hanno avuta e sono stati premiati. “Non si uccidono così anche i cavalli”, prodotto da Fondazione Teatro Due in collaborazione con Balletto Civile, dal 21 al 24 maggio al Teatro dell’Elfo di Milano, è stato molto applaudito e, nonostante le due ore senza interruzione, ha tenuto vivissima l’attenzione . Il romanzo, scritto nel 1935 da Horace Mc Coy, racconta l’America della grande depressione .     Giovani e meno giovani, arrivati a Hollywood da tutto il Paese e anche da oltre oceano, partecipano a una maratona di ballo a coppie. I vincitori non conquistano i mille dollari in palio per meriti, ma per resistenza fisica. Nessun giudizio di qualità quindi, ma criteri di scelta  simili a quelli usati per  gli  animali da macello. A parte qualche ingenuo concorrente legato al sogno americano, che  spera di essere  notato  da  un produttore,  gli altri gareggiano per  fame, più che per  fama. Come la coppia, di cui lei incinta,  che non ha casa, ma  vive sui treni merci. I personaggi parlano poco, ma sono ben caratterizzati, credibili. Come Gloria cinica e disillusa, piuttosto che l’inglese Alice, arrivista con velleità d’attrice, o il cowboy Robert lì per caso, impacciato ma generoso e sempre pronto a mediare. Sul palcoscenico, trasformato in pista da ballo, oltre i concorrenti scatenati in performance  di ottimo livello, il viscido presentatore e una sgradevole e rigida infermiera, c’è una valida piccola orchestra  e  Michela Lucenti, che ha curato la scrittura fisica dello spettacolo, nella parte di una  pseudo Carmen Miranda, l’emigrata che ce l’ha fatta.  Ai due lati è seduto un certo numero di veri spettatori: un modo geniale per coinvolgere il pubblico  ed evidenziare le analogie  con certi reality show televisivi.   



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