sabato 22 febbraio 2014

MODA E MODI


 La sfilata di Antonio Marras

Nella moda l’immagine è importante,  quindi la forma  dovrebbe essere privilegiata.  Eppure non è sempre così. Accade, per esempio,  che  all’uscita di una sfilata dove l’affollamento sfida  qualsiasi norma di sicurezza, chi chiede gentilmente di uscire da un’apertura secondaria (da dove sono passate altre persone) venga assalito in un tono che neanche il buttafuori della più becera e squallida discoteca userebbe con un drogato strafatto, pronto a spaccare tutto. Come si scelgono le modelle che rispondano a certi canoni estetici, bisognerebbe scegliere lo staff con un’infarinatura anche modesta delle regole basiche di comportamento civile. In questo modo si potrebbe apprezzare maggiormente le straordinarie lavorazioni degli abiti e non ci si sentirebbe in trappola o in pericolo con uno scenografico allestimento con fuoco vero e fumo. Piacevolmente inquietante, invece, l’ululato del lupo che si mescola alla musica da Antonio Marras, dove la passerella continua su una scala tra tubi Innocenti. Ovviamente il muso del lupo ricorre,  disegnato e stampato su cappotti, abiti, maglieria.  Moltissimi e audaci i mix di tessuti, compresa la giacca militare rivisitata con stampa floreale. Chissà se davvero i padroni di cani e gatti sarebbero  contenti e sentirebbero vicini i loro pet lasciati a casa, avendoli stampati su pull, cappotti, abiti. Così  pensano Mirko Fontana e Diego Marquez, i due giovani stilisti di Au jour le jour,brand apprezzatissimo dalle celebrities di Hollywood, che ha sfilato nel teatro di Armani.  Molti trompe l’oeil e bocche rosse, trionfo del déjà vu, questa volta però con apparecchio per i denti imbrillantato.
Daniele Carlotta
Da Ermanno Scervino nessun tema conduttore, nessuna ispirazione speciale, ma una collezione con tutti i pezzi più donanti ed eleganti che una donna chic di età variabile può desiderare.  Dagli abiti sottoveste ai montoni ingentiliti da Swarovski, dal cappotto cipria leggermente a uovo ai morbidi pull a rombi. Note di flamenco sembrano uscire dagli abiti di Daniele Carlotta, dedicati a donne  che vivono solo dopo le 7 p.m. Seta, lamé, lurex, profusione di volants, tutto con tagli ineccepibili. Portabile, invece, dalla mattina alla sera la collezione di Cividini, dove il quadrato è il  fil rouge e il gioco dei contrasti la sfida vinta. Cinquecento sfumature di grigio  nella collezione di Gabriele Colangelo, ricercata, sofisticata, ma mai stucchevole. Valextra ha presentato la  borsa tric trac, un bauletto che riprende la chiusura di un modello anni Sessanta.  Tra le novità la pelle di struzzo anche nella  tracolla a mezzaluna e il cavallino rasato per la shopper trapezoidale. Da Hanita,  marchio con il gusto della couture, anche la felpa diventa un capo sartoriale. A chiudere la giornata la sfilata di Uma Wang, davvero d’atmosfera, complice la sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Linee e volumi inediti, tagli particolari, ma soprattutto materiali intriganti, dalle lane cotte alla carta cinese lavorata e trasformata in tessuto.    

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