sabato 26 ottobre 2013

ARTCHITETTURA ?


No, non si tratta di un banale, grossolano refuso. L’artchitettura esiste e ha addirittura un suo manifesto. Cosa sia si può intuire,  ma ce lo spiega meglio Andrea Burroni con una relazione e una mostra, da oggi al 10 novembre,  alla Galleria d’Arte De Munari di Vicenza. Il manifesto è  il punto finale di un percorso artistico che inizia con le opere esposte degli anni ’70(v.foto). Interior designer, bibliofilo e collezionista, Burroni insieme a Filippo Coltro, architetto, vuole dimostrare come l’architettura sia il contenitore di tutte le arti.     I capolavori del mondo, dalle preistoriche  pitture rupestri alle fiabe raccontate nei quadri di Chagall, sono possibili perché esiste un oggetto di cui diventano decorazione. Il manifesto capovolge la regola. Prima l’artista compone l’opera, poi l’architetto la trasforma in un’architettura. Inutile dire che il riferimento al futurismo è forte e giocato sull’ironia e il surreale.
Il rapporto fra processo creativo e architettura è al centro  anche di Meeting Architecture un ciclo di conferenze , mostre-studio, performance alla British School di Roma, in collaborazione con il Royal College of Art di Londra. Il primo incontro è il 29 ottobre, con una mostra fino al 19 novembre dal bizzarro titolo “Madame Wu and the Mill from Hell”. L’architetto anglo-canadese Adam Caruso e l’artista tedesco Thomas Demand raccontano della loro collaborazione a parole e attraverso i progetti esposti. Il titolo si riferisce alla storia della signora Wu, impegnata a difendere dall’abbattimento la sua abitazione in una città cinese, che ha ispirato Demand per Nagelhaus e alla casa dell’artista a Berlino, ricavata in un vecchio mulino.
   

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