giovedì 19 settembre 2013

UN VERO NUOVO


L’abito non fa il monaco, ed è ancora da provare,  di sicuro la cornice è determinante. E quando poi si scopre che quello che questa  racchiude la supera, è una gradita  sorpresa.
Il soggetto in questione è la  collezione  Agnona disegnata da Stefano Pilati, l’ex stilista di Yves Saint Laurent, presentata durante la settimana della moda milanese. Tutto si svolge al primo piano di un palazzo di Via Sant’Andrea dove i pavimenti sono lasciati al rustico  e solo verniciati e le pareti non imbiancate. Il soffitto, che si intravvede dietro le travi di legno, è quello  affrescato delle vecchie case patrizie. Con un  contrasto a effetto.  Qualche abito è su strani manichini con gambe di pecora, che sembrano usciti da una favola di Grimm. E  il perché, è evidente, va ricercato nella tradizione del marchio.  L’allestimento davvero speciale  è stato curato dallo stesso Pilati. Ma più speciale è il fatto che  è  una collezione senza stagione  , quindi perfettamente  in linea con i tempi e i nuovi modi di vita. E soprattutto  tutto quello che è esposto è già vendibile  al cliente finale . Ogni  due tre mesi si   arricchirà  di nuovi pezzi più o meno pesanti .  Quanto al fatto che   fosse disegnata da Stefano Pilati non dava per scontato che potesse essere valida. Il sessantenne marchio Agnona acquisito dal Gruppo Zegna , ha una sua storia e una sua tradizione, con presupposti molto diversi dalla maison parigina.    Non a caso la collezione si chiama Zero, come  ribadiscono i grandi zero metallici nel negozio.  Zero significa quindi  partenza verso qualcosa di nuovo.  Nei capi c’è  l’heritage del marchio. Straordinaria infatti la scelta di tessuti dai cashmere double   alle sete, ai kid mohair.  Molte le invenzioni  come la stampa palaka, una specie di tartan originario del  Giappone portato alle Hawai e utilizzato per le T-shirt dei surfisti. Tra i pezzi clou  il costume di cashmere double, la giacca di coccodrillo stampa palaka ma anche i sandali  da frate,  il trench in seta, lo spolverino in lana mohair e seta e il new suit, tailleur rivisitato  . Ed è proprio in questi  capi  che si riconosce la capacità, che  accomuna Pilati al grande Yves, di rendere femminili e donanti pezzi del guardaroba maschile.  

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