lunedì 3 giugno 2013

PAROLE NOTE


Nicoletta Polla-Mattiot e Anna Folli con Paul Harding
E ora bisognerà aspettare un altro anno.La quarta edizione di“Le corde dell’anima. Letteratura e musica si incontrano a Cremona” è finita. Tre giorni soli ma intensi, destinati a lasciare buoni ricordi. Purtroppo si deve fare riferimento a quella abusata parola che è atmosfera. Difficile trovarne un’altra per definire la situazione che si crea durante il festival. Cremona  con le vie  di “rizzada”,  i  cortili inaspettati,il duomo, il campanile, i palazzi austeri, restaurati o  fatiscenti, ha certo un ruolo dominante. L’orda dei brand prezzemolo non ha ancora sostituito le vecchie liuterie. L’insieme  è vincente. Niente di troppo sofisticato o intellettuale-respingente, niente di  nazional popolare becero. Un perfetto giusto mezzo per far capire come la cultura  può davvero nutrire. Tutti e in tutti i sensi. Come spiegano nel loro libro   Bruno Arpaia e Pietro Greco, e come hanno ricordato nel discorso di apertura le due straordinarie e determinate organizzatrici, Anna Folli e Nicoletta Polla-Mattiot. Tutto è alla portata di tutti , tutto è free, niente riservato a pochi eletti. Nessuna serata speciale, nessuna esibizione di tappeti rossi, ormai presenti dall’inaugurazione della palestra a quella del negozio di elettrodomestici. Niente foto a supposti vip su pacchiani cartelloni di improbabili sponsor. I vip ci sono, ma non intesi come personaggi mediocri da “sciogno”  mediocre .  Sul palco hai un premio Pulitzer, in maniche di camicia che si esibisce alla batteria, ma lo puoi trovare un’ora dopo, accanto a te, che ascolta un concerto di un idolo delle folle. E con questo puoi fare il commento su un palazzo o perché no su una torta di una delle invitanti, vecchie pasticcerie. E tutto è novità . Nessun scrittore è lì per caso, e neanche nessun musicista. L’autore presenta un suo libro appena uscito e magari  un attore legge l’incipit del suo prossimo in uscita a mesi.  E chi lo intervista è un giornalista  che qualche ora dopo è a sua volta intervistato. E la musica non è di accompagnamento, ma è co-protagonista. Con un legame ben preciso, con nomi grandi e nuovi emergenti da tenere presente. Di tutti i generi dall’opera al rock, al jazz. La città è raccolta e accogliente, pronta a dimostrare che con la cultura si vive meglio.

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