mercoledì 12 giugno 2013

HERITAGE FUTURO



 MUMAC Museo delle macchine da caffé del Gruppo Cimbali a Binasco (Mi)
Chissà quanti sanno che in Italia c’è un’associazione chiamata Museimpresa che raccoglie i musei delle aziende. Sono una cinquantina, ma non sono tutti quelli esistenti in Italia.  Non solo, nel 2003 è uscita la guida “Turismo industriale in Italia”, edita dal Touring Club.  E in novembre si svolge  da anni la settimana della cultura di impresa con mostre, filmati, dibattiti sul tema. “Un domani dovrebbe rientrare nella  cultura e basta” commenta Magda Marsili, segretario generale di Museimpresa.  Può sembrare assurdo che in un paese come l’Italia ricco di bellezze  artistiche ci siano queste realtà un po’ stile Usa, dove la più piccola città dello stato più sconosciuto deve avere a tutti i costi  un suo museo, spesso dell’inutile. Da noi non è così.  Il museo o l’archivio di un’impresa è importante per la comunicazione, fondamentale per crescere e rinnovarsi. E’ stato questo il soggetto del workshop Heritage organizzato alla Spazio Forma di Milano da Astarea, istituto di ricerche di marketing. Da un sondaggio su un campione di 120 persone è emerso che molti vorrebbero visitare un’azienda per vedere  come viene realizzato un certo prodotto. In un momento di crisi in cui il consumatore è sempre più attento e selettivo nell’acquisto, non gli basta più il marchio per avere la conferma della qualità, ma  ha bisogno di vedere quello che sta dietro. E il museo serve  a trasmettere dei valori e una storia solida. “Mostrare le caratteristiche peculiari di un’azienda o le circostanze in cui è nato un  prodotto, spiega Laura Cantoni di Astarea, non è una forma di passatismo pittoresco e nostalgico, ma una premessa per costruire il futuro”. Per teatralizzare il percorso produttivo sono  sempre più numerosi anche i festeggiamenti-compleanni, che testimoniano e raccontano il passato.  Nel 2013 ne sono previsti diversi e non tutti hanno cifre tonde, come 100 o 50 anni. Edison, per esempio, celebra i 130 anni, per ribadire che l’esperienza non si improvvisa e ricordare di essere l’ azienda elettrica più antica d’Italia. Quella che nel 1883  ha “acceso” per la prima volta le luci alla Scala. E su questo Edison, è certo, si giocherà una carta a effetto.   

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