martedì 21 maggio 2013

SPIRITUALITA' TRA LE RIGHE



 Chiesa del Convento dei Cappuccini a Monterosso
C’è quella dei monaci che curano con la puntura delle api. Quella nei quartieri spagnoli di Napoli con una sedia che si dice faccia recuperare la fertilità alle donne. Diverse hanno una farmacia dove si preparano miracolosi miscugli di erbe oppure laboratori-cucine da cui escono marmellate e leccornie con frutta e verdura  dei dintorni. Ci sono quelle dove fermarsi a dormire se si è di passaggio o quelle dove starsene anche una settimana, in santa, è il caso di dirlo, pace. Sono le 380 abbazie e luoghi dello spirito, raccontati in “Monasteri d’Italia” da Gian Maria Grasselli e Pietro Tarallo (Touring Editore). Come dice il sottotitolo, dalla Certosa di Pavia ad Assisi, tra arte, cultura, storia e spiritualità.
Oltre alle schede su ogni singolo monastero, moltissime le annotazioni storiche per inquadrare i periodi, le informazioni sugli ordini religiosi, le notizie culturali ma anche tanti i riferimenti al cinema e all’attualità. Dalla descrizione di conventi dove hanno girato film alle opere d’arte nascoste in alcuni di essi, dalle piccole curiosità su certi ordini monastici ai frequentatori famosi, fino ai prodotti tipici, che vi si possono trovare e acquistare. Particolare attenzione è stata data ai monasteri e alle abbazie della Liguria, dove vivono entrambi gli autori. Dal Monastero di San Prospero di Camogli a quello del Carmelo di Sant’Elia(Sanremo), all’Abbazia di Santa Maria di Finale Ligure, a un inedito percorso di trekking tra  luoghi dello spirito nelle Cinque Terre, alternativa mistica alla Via dell’Amore.  Insomma un libro bivalente, da consultare come una guida e da leggere piacevolmente come un romanzo.
A presentarlo giovedì 23 maggio alle 17,30 a Palazzo Ducale, oltre a Grasselli e Tarallo, il Priore del complesso Conventuale di Sant’Anna di Genova, ampiamente citato nel libro. Nessuna citazione, invece, dell’Abbazia di Spineto, scelta dal presidente del Consiglio per “far spogliatoio”. Non per una dimenticanza degli autori, ma perché, per quanto destinata esclusivamente a congressi e congressisti, è più vicina a un hotel che a  luoghi dello spirito, abitati da religiosi.  

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