domenica 6 gennaio 2013

SSSSSSNEAKER


Bata Museum a Toronto
Il nome deriva dal suono, anzi dal non suono che producono quando si cammina.  Ma non è la garanzia di passi felpati che ha decretato il successo  delle sneaker. Sembrerebbe strano, in effetti, in una civiltà dove il silenzio è poco stimato. Il termine inglese un tempo definiva genericamente tutte le scarpe da sport, ora indica solo quelle di un  certo tipo, in pelle e nylon di vari colori, suola possente, utilizzate dai 2 ai 102 anni sulle sabbie infuocate e le nevi eterne, nei diluvi sull’asfalto  e nelle discoteche metropolitane. Non stupisce quindi che la Rinascente di Milano abbia addirittura creato  una Sneaker Zone al primo piano. In vendita 400 modelli di 23 marchi, italiani e internazionali. Da quelli “icona” dello sport ai modaioli-fashion, a quelli dove la lavorazione artigianale è il fiore all'occhiello.
Già quindici anni fa nel Bata Museum di Toronto, il più importante museo della scarpa del mondo, alle sneaker era dedicata una parte considerevole dell’esposizione, con indicazioni, dati, storie connesse. Decisivo per la “promozione” a must di questo tipo di calzatura l’interesse degli stilisti. Con le notevoli variazioni sul tema.  Chi le ha trasformate in stivaletti da cancan del Moulin Rouge, chi le ha tinte in oro,  maculate, o spruzzate interamente di paillette. Chi  le ha attualizzate con il plateau e chi le ha nobilitate con il coccodrillo o il pitone. Chi, come Alexander Mc Queen, le ha realizzate alte in cavallino con cinturino e inserti in lapin grandi freddi. Chi ha giocato sui contrasti di pellame. Chi le ha rese  extralight  e chi, come Lacoste, le ha supportate con zeppa e impreziosite con coccodrillo di platino.  E le sorprese sono destinate a continuare.  Ne vedremo moltissime al Pitti Uomo. Comprese le Retro Sprint dal disegno anni Ottanta proposte da Crocs, marchio con record di vendite (200 milioni di paia in 90 paesi del mondo) per un tipo di scarpa totalmente diverso.

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