mercoledì 2 gennaio 2013

CARO AMICO TI SCRIVO


 Cabinet d'écriture Louis Vuitton
Nell’era di internet, delle dichiarazioni d’amore per mail e delle condoglianze per sms, l’idea di un cabinet d’écriture può apparire ai più nostalgica o un filo snob. Ma non è l’impressione che si ha vedendo il Cabinet d’écriture aperto da Louis Vuitton lo scorso dicembre a Parigi. E’ un pop store o temporary shop, della durata di un anno, collocato al 6 di Place Saint-Germain des Prés, vicino alla chiesa. Nelle vetrine a effetto, come nella tradizione del mitico malletier, risme di fogli, scrigni portalettere sospesi nell’aria ecc. All’interno, ispirato ai cabinet del Settecento e alle  librerie dell’Ottocento, tutto quello che serve per la scrittura, nel senso più ampio del termine. Dalle penne ai nécessaire in pelle o in tela monogramma, dai presse papier di cristallo alla carta da lettera da personalizzare con il nome, a inchiostri in dodici tonalità di colori, realizzati appositamente per Vuitton. Fino agli scrittoi da viaggio, rivisitazione in chiave contemporanea del sécretaire,  con spazio per macchina da scrivere e metronomo, creato nel 1936 per il direttore d'orchestra e compositore Leopold Stokowski. Insieme al letto pieghevole per l’esploratore del Congo Savorgnan de Brazza, il pezzo forte della collezione storica Vuitton. L’idea di un cabinet d’écriture, quindi, non è assolutamente peregrina. Gaston Vuitton (1883-1970),  nipote del fondatore, fu un grande amante dei libri e dello scrivere, tanto che nel primo negozio sugli Champs Elysées  aveva previsto per i clienti un salone per la lettura e la corrispondenza. Ancora ora nelle boutique del marchio si possono consultare libri d’arte, moda e design. Mentre nel Cabinet di Saint-Germain des Prés,  tipografi, artigiani, calligrafi, rilegatori sono  sempre presenti per dimostrazioni e conversazioni con il pubblico. E sono in programma incontri con artisti e scrittori.

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