giovedì 21 giugno 2012

PASSIONE CALEIDOSCOPIO




Neppure  il termometro a 37 gradi e l’umidità caraibica di queste giornate fiorentine sono riusciti a compromettere l’entusiasmo per la presentazione, meglio la performance,  di Peter Pilotto, “womenswear guest designer” di Pitti.
Il nome è unico, ma i designer sono due, Peter Pilotto e Christopher De Vos. Metà austriaco e metà italiano il primo, metà belga e metà peruviano il secondo. Si sono conosciuti nel 2000 alla Royal Academy di Anversa, vera fucina di talenti per la moda, e insieme a Londra, dove vivono, hanno creato un loro marchio. Perfettamente in sintonia e complementari, Peter segue soprattutto i tessuti e le stampe, Christopher la silhouette e i dettagli. A Firenze hanno presentato una pre-collezione della primavera estate 2013. Sicuramente la location, il palazzo Borghese di via Ghibellina, ha avuto una parte decisiva nel successo dell’evento.  Non solo perché si è rivelato un’ottima cornice, ma perché è stato addirittura uno dei temi ispiratori.  L’intervento del duo  non si è, infatti, limitato a vestire le modelle ma si è rivolto anche al palazzo, rivestendo di moquette con le incredibili stampe degli abiti, ovviamente ingigantite, tutti i pavimenti dei saloni e lo scalone di accesso. Un’operazione decisamente molto audace, al limite della  sfida. Considerate le decorazioni, gli stucchi, gli affreschi, gli enormi lampadari dorati a gocce, non certo minimalisti,  aggiungere qualcosa sembrava impensabile.
Solo nella ballroom è stato lasciato il pavimento originale e   su due pedane tonde, anch’esse con le stampe, sono state disposte in piedi quindici modelle, con effetto tableau vivant. Straordinari  i disegni delle stampe, elaborati al computer,  diversissimi tra loro per genere e colore e assemblati a formare un patchwork   caleidoscopico.  In due grandi schermi, uno all’ingresso e uno in un salone, su uno sfondo di motivi, sia geometrici che figurativi, si componevano le immagini delle modelle, per poi decomporsi e ricomporsi di nuovo vestite diversamente. Con un I-phone era possibile per il pubblico intervenire e modificare a propria scelta il processo.  I capi, gonne, abiti, tute, camicie, pantaloni, hanno tagli assolutamente lineari ma molto femminili e donanti. Il colore e le stampe, su materiali  sempre particolari, frutto di ricerca, sono  enfatizzati da lavorazioni pregevoli, come file di paillettes  disposte  verticalmente o ricami con pietre.

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