sabato 28 aprile 2012

VINTAGE DI QUOTA


 Casa anni Sessanta a Cervinia
In un momento di abuso del vintage si prende la rincorsa per parlare di “località vintage”. Per il mare, Capri anni Cinquanta e Saint Tropez Sessanta sono già ai blocchi di partenza. Per la  montagna non c’è ancora niente.  Per i Sessanta-Settanta, Cervinia potrebbe essere in pole position. Partendo da un locale, anzi da una baita, lo Chalet Etoile. A un terzo della pista  più famosa,  il mitico Plateau Rosa, con grande terrazza all’ombra di un Cervino nella migliore angolatura e interno con tutti gli ingredienti del caso. Sempre musiche  “d’epoca”   Beatles, Rolling Stones, Beach Boys, ma anche italici Gino Paoli, Ornella Vanoni, Patty Pravo e persino flash nazional-kitsch come Piero Focaccia ed Edoardo Vianello. Si pranza serviti da ragazze efficienti e graziose, spesso del grande nord come Ulla, svedese,proprietaria insieme al marito Cesare, ex maestro di sci. Dopo anni ai tavoli in cui interloquiva amabilmente in cinque lingue,  ora sta in cucina e le sue specialità sono i dolci, meravigliosi. Ogni tanto esce per salutare qualche habitué, in giacca bianca e berretto blu da chef, con lo stesso sorriso, affascinante e attraente, da “svedesina in Italia”. Oltre alle polente e ai piatti valdostani ce ne sono molti di pesce. E non con trote o salmoni, ma con cozze e branzini. Vederli scritti sul menu fa un certo effetto, crea quasi un contrasto, al limite del fuori posto. Molto apprezzato, invece, a giudicare dai moltissimi che da Zermatt, attraversando valichi, arrivano in sci, seguendo solo un passaparola. Forse L’Etoile o come lo chiamano tutti “da Cesare” è rimasto l’unico a fare il pieno a Cervinia. Quel pieno   dei Sessanta-Settanta, quando era tutto un fiorire di discoteche, ristoranti, locali. Sulle piste si incontravano l’Aga Khan, Tognazzi, Catherine Spaak in un lento ma stilosissimo Stem Christiania, preceduta da Johnny Dorelli più veloce,  ma non altrettanto elegante. O Leo Gasperl, l’angelo delle nevi, noto per aver dato lezioni di sci alle più belle donne e per la  boutique, must del vestire chic quota 2000. In funivia ti stringevi a Florinda Bolkan o a qualche magnate dell’industria. Agnelli escluso, che si faceva portare sul Plateau in elicottero. Sulla strada principale ti imbattevi in Achille Compagnoni l’eroe del K2, davanti al suo albergo, tuttora ottimo indirizzo.  I vip scendevano all’Hotel Cristallo ora Club Med , all’Hotel Cervinia ora residence o in qualche appartamento della Casa del Sole di Carlo Mollino. Insieme all’ex Rifugio Pirovano di Franca Helg e Franco Albini, uniche architetture di qualità in mezzo a casoni da geometri. 

lunedì 23 aprile 2012

IN CONCLUSIONE


"In the forest" di Neoreal

Il Salone del Mobile, con annessi e connessi, ha chiuso i battenti. E’ possibile trarre delle conclusioni o, meno presuntuosamente, indicare  delle tendenze emerse? Un  condensato riassuntivo è la grande mostra di Interni alla Statale (fino al 28 aprile). Si chiama Legacy, eredità, e parla di tutto quello che in termini “di ricerca, tecnologie, materiali” si può fare per il futuro. Tra i molti spunti l’importanza della tradizione e dell’alto artigianato. Ecco  poltrone, divani, valigie ,grandi classici destinati a restare nella storia, interpretati in struzzo da Klein Karoo, azienda sudafricana che fornisce le migliori pelli per l’alta moda e il prêt-à-porter. Ecco anche la connessione con la moda. Sono fatti con i tessuti di Missoni i  due portali   attraverso i quali si sale al loggiato, progettati da Patricia Urquiola (All’incontro fra l’architetto spagnolo e la stilista Angela Missoni il Financial Times Week End ha dedicato un’intervista).Il tema del verde è ribadito dall’installazione Flysch di Jacopo Foggini,  che si riallaccia al Green Island, il progetto nel quartiere Isola che coinvolge i cittadini, e ai  giardini  in miniatura per le strade di Lambrate. L’installazione Photosynthesis di Akihisa Hirata, con i pannelli solari, parla dell’energia rinnovabile. Un tema affrontato anche nella mostra interattiva organizzata dalla rivista Domus a Palazzo Clerici. Da vedere se non altro per la sede. Anche se nel salone del Tiepolo gli affreschi sono coperti. L’attenzione all’ecologia si riscontra perfino tra i modaioli. E-gò nello store di via Manzoni  ospita i mobili ecochic in cartone dello studio Floor. Di fronte, nella boutique di Manila Grace, i materiali e gli oggetti dell’allestimento fanno riferimento  alla natura, in una visione onirica. Il sogno è il punto di partenza (o di arrivo) di Frammenti,  il progetto di Silvio De Ponte nella spazio di La Perla. In un giardino-galleria con 6mila anemoni di carta  ci sono cascate, laghetti, separé metallici che ricordano gli alveari. Appesa a grucce, veri  oggetti d’arte, l’intimo della maison. La foresta è al centro dell’installazione di Neoreal nel vicino padiglione Canon.
 Rendering di Flysch

Da segnalare, infine, l’iniziativa di Chicchi Meroni che, da dieci anni, per La Rêverie ricerca e seleziona gioielli, mobili, abiti dagli anni Trenta ai Sessanta.  Da  trait-d’union fra moda e design, nello spazio Arabesque di Largo Augusto, ha messo in scena una sfilata tra  pezzi di Mollino e Guglielmo Ulrich. Sette giovani attrici della scuola del Piccolo Teatro hanno interpretato  sette donne famose  dal 1930 al 1960, indossando accessori vintage e abiti di cui alcuni perfette riproduzioni degli originali alta moda di Dior e Yves Saint Laurent.

venerdì 20 aprile 2012

CRONACHE DI UN FUORISALONE


Calca da stadio e insulti da curva sud, svenimenti, buttafuori inferociti, all’ingresso del party della Flos, per i 50 anni di lampade. Forse un po’ troppo per essere designato evento clou di ieri. Esposizione museale di tutti i pezzi e sala con tavolini di consultazione dotati di I-pad .
 Installazione di Carlo Bernardini
Di grande impatto anche  le nuove lampade di Nilufar. Cilindriche e leggere piovono dal soffitto  nel negozio in Via Spiga.  Molte, in giro, le opere d’artista luminose . Come le cinque lampade di Beppe Angiolini e Riccardo Goti in una lega di rame, stagno, argento.  Sono esposte nella boutique di Ermanno Scervino che dice “ La luce come un abito deve sapere esprimere il nostro modo di essere attraverso contrasti di chiari e di scuri”. Per un’altra connection moda-arte, da Zilli, nel  cortile di Palazzo Bagatti Valsecchi,  un’installazione luminosa di Carlo Bernardini crea affascinanti  prospettive.  A proposito  di connection, poltrone e divani sono i pezzi d’arredo che meglio funzionano da tramite con la moda. Per questo sono la palestra di sperimentazione per gli stilisti al primo approccio alla casa. Bianca Gervasio per Mila Schon continua con i tessuti Scalino e Nido per divanetto e poltroncina.  Alber Elbaz per Lanvin, in collaborazione con Frau, crea una poltrona rivestita da uno stampato con il logo orientaleggiante.Marni guarda alle sedute, ma in modo diverso. Fa produrre da ex detenuti colombiani cento poltrone in metallo e fili intrecciati di pvc colorato. Le espone nel cortile del negozio  e le fa  fotografare, con i dipendenti della maison, da Francesco Jodice. Per la mostra “L’arte del ritratto”.  Moncler lancia un divanetto a due posti con la trapuntatura del piumino, in  colore  neutro, come il primo piumino della storia. Anche Versace mette sulla dormeuse i tessuti iconici. Rose e fiori sono scelti da Anna Molinari, per gli imbottiti, ma non solo; la stilista di Blumarine  da anni disegna una collezione completa, che va dal letto al tavolo da pranzo, adorata dai russi. Gherardini, al debutto, il suo materiale logato preferisce applicarlo a un paravento, a una toilette, ad accessori vari, ma prende la rincorsa per arredare stanze d’albergo. 
 Indefinita di Angiolini-Gotti
 Lanvin
 Enrico Coveri 
Francesco Martini Coveri sull’onda del successo di chef e cibo,  punta sulle cucine. Iperfunzionali e tecnologicamente perfette  sono in un laminato  con coloratissime stampe  pop, come da DNA. Italia Independent riveste di tela denim il frigorifero Smeg e insieme battezzano Fab 28. Dirk Bikkembergs partecipa alla kermesse cavalcando un altro tema clou del momento, la bicicletta: di scena la Metropolitan bike 77/011 di Rizoma. Anche Dolce & Gabbana propone una bicicletta, ma tutta sua, come garantisce la stampa animalier.
Fuori dal coro, il gruppo Max Mara nel negozio Sportmax, presenta le sofisticate   librerie di Rimadesio in alluminio e vetro laccato, materiali riciclabili al 100%.  E lo fa con “Terre Emerse” intrigante scenografia di Giuseppe Bavuso.

mercoledì 18 aprile 2012

DALL'ABITO ALL'ABITARE


 Collezione Vitra Museum da Hugo Boss

Prima alla kermesse del mobile partecipavano in pochissimi e si limitavano a ospitare un designer, ora gli stilisti vogliono tutti esserci. C’è chi disegna  una vera collezione Home e chi  solo un oggetto. Chi con un’ azienda dell’arredamento produce un pezzo per l’occasione e chi offre gli spazi a proposte di emergenti, e non, o a  installazioni . Chi  allestisce una vetrina o organizza un evento qualsiasi.  Missoni  si concentra, of course,sui tessuti.  Le fantasie hanno  una prevalenza di temi o colori presi dai giardini, ma lontane dal trito fiorellino. Un’attenzione al dehors con chaise longue e  Miss Dondola, l’altalena dal sedile fatto con le doghe delle botti (con questa partecipa al progetto design per San Patrignano). Tomas Maier per  Bottega Veneta  disegna una  “casa”  completa. Dal letto  all’abat-jour, dal tavolo alla scrivania, dalle poltrone in pelle ai cassettoni di vetro, strisce di bronzo e pelle pergamenata e laccata, fino a una cassaforte e   al servizio da caffé  prodotto da una  nota maison tedesca di porcellane.  Calvin Klein la sua collezione, lineare come la sua moda, la ambienta tra i tronchi d’albero,per ribadire che tutto è ispirato alla natura. Si chiama “L’età dell’oro” la Home di Giorgio Armani e gioca con ironia su un mix di minimalismo e decorazioni sontuose, appunto dorate.
 Miss Dondola Missoni
Zegna propone un servo muto, anzi un Zegna Valet, con rivestimento in pelle e porta I-pad per la vestizione del manager impegnato. E’ disegnato da Antonio Citterio e si acquista su  ordinazione nei negozi Zegna per 1900 euro. In perfetta coerenza, Simonetta Ravizza presenta poltrone e divani di pelliccia, spesso con lavorazioni a patchwork. Moschino con Altreforme crea la collezione Arlecchino: tavolo come il colletto di Arlecchino, sedia come la maschera, specchio come il guanto e mobili contenitori con i quadri vivaci dell’abito. Viktor & Rolf   intrattengono gli ospiti nel cortile con buona musica . Bravi dj sono anche l’attrazione da Tod’s, dove l’atmosfera è quella di un party in casa negli Hamptons.
 Zegna Valet
Krizia  presta il suo spazio alle  geniali e oniriche lampade di ingo Maurer. As usual, in fondo è stata la stilista  antesignana della connection moda-arredamento. Hugo Boss festeggia i 20 anni della collezione di poltrone e sedie in miniatura del Vitra Museum di Basilea.  E si scopre così che la Plia di Giancarlo Piretti e il Pratone del gruppo Strum per Gufram sono già entrate nella storia, come le poltrone di Rietveld o Le Corbusier. Nel negozio di Via Santo Spirito Mauro Grifoni mette in mostra  una piccola linea di abiti e scarpe di Erik Bjerkesjo trentenne svedese, tra i migliori talenti usciti  da Polimoda di Firenze. Per entrare si passa attraverso un percorso con scale tra archi quadrettati. Brioni nel palazzetto in Via Gesù ospita una mostra di alto artigianato,  organizzata da Wallpaper: tra i pezziforti  la vasca a scomparsa e la casetta per il cane fatta di ossa di legno.  Louis Vuitton, infine, cattura l’attenzione e affascina con il Maroquinaris Zoologicae dell’ inglese Billie Achilleos:26 animali frutto di assemblaggi artistici con la piccola pelletteria della maison. 

martedì 17 aprile 2012

PRONTI, A POSTO, VIA



 Perfetto Imperfetto
 Refuge Tonneau
Sofalamp  
Ha preso la rincorsa la settimana milanese del mobile. Un giorno prima del salone. In zona Tortona, luogo deputato alla creatività metropolitana.  C’è ancora poca gente in giro. Sono soprattutto stranieri. Il design Village si è trasferito alla Fondazione Pomodoro: Poltrona Frau è rassicurante, con i suoi ineffabili capitonné  e solo qualche concessione ai colori pastello. Cassina, oltre ai confortevoli divani, propone  altri pezziforti d’archivio   compreso Refuge Tonneau, progettato da Charlotte Perriand con Pierre Jeanneret. Cappellini è meno concettuale, ma più divertente. Un po’ etnico, un po’  giocoso, un po’ neo-funzionale. Come la lampada da tavolo dalla base-vaschetta portaoggetti con gambe, perfetto comodino per microappartamento. Al posto del Design Village, in Via Savona ci sono Established & Sons. Arrivano da Londra  con una serie di pezzi   legati  tra loro da un filo di neon alla Flavin . Tra cui i mobili  in legno laccato-colorato volutamente delavé di Richard Woods & Sebastian Wrong (che i nomi siano di fantasia?).  O lo specchio macchia di Ron Gilad. Di fronte Seguso ha ricostruito, con gli attrezzi originali, la fornace dove da 22 generazioni la famiglia lavora il vetro. Dall’alto pendono i lampadari imponenti, barocchi, anche ipertecnologici come “Ballerina” con luci  led. Dedon ha scelto un giardino   per  i suoi arredi da esterno, compresa l’auto dell’onnipresente Starck. Stone Island ospita tre esposizioni.  Una carlinga d’aereo con 14 nicchie che mostrano video di capi clou.  Il tutto legno  di John Alfredo Harris, mobili e oggetti che raccontano la sua infanzia. E Perfetto Imperfetto di Sergio Perrero che,  con  alberi recuperati in vecchi magazzini dei legnami, ha creato un bosco surreale. Ma anche ottimi rivestimenti per piani-cucina.  
Si chiama Temporary Museum for New Design l’esposizione al Superstudio. Il nome non è presuntuoso come sembra. Ci sono  molte cose  da vedere,da tutto il mondo. Semplici, ingenue, raffinate, sofisticate, futuribili, improbabili, inutili, pratiche, utili per il pensiero e l’immaginazione. Sfide, prove, ricordi, promesse. Un angelo-luce che viene dalla Polonia, una bici tonda progettata a Milano,  sgabelli rivestiti di Alcantara, lampade da terra che riscaldano ecc. ecc.

venerdì 13 aprile 2012

FLUO POP


Ormai sono dei classici. A cicli i colori fluo ritornano.  Compaiono su tavoli, cappelli, sandali, occhiali, letti, orologi. Dall’arredamento alla moda seducono, conquistano, si impongono senza prevaricare, consci del loro essere alternativi. Sono su divani imbottiti, lampade e poltrone in plexiglas, vasi di cristallo, firmati Philippe Starck, Kareem Rashid, Fabio Novembre. Se un folle  fucsia non stupisce sui Velvety, nuovi orologi di Toy Watch in policarbonato e silicone, è inaspettato sul bauletto in coccodrillo di Miu Miu. Un capo di Agatha Ruiz de la Prada rosa e turchese o uno giallo acido di Krizia non stupiscono più di tanto, ma il tubino turchese di Max Mara o l’abito rosa shocking di Ballantyne sono realmente “shocking”. Persino l’uomo quest’anno si lancia nei colori fluo con giubbotti, impermeabili, addirittura completi. Anche nelle  scarpe le tinte pop giocano un ruolo di primo piano. Per la donna, dalla décolletè più sofisticata fino al funzionale zoccolo Pescura del Dr. Scholl, ormai un cult. Per l’uomo, dal desert boot alla sneaker fino al mocassino. E c’è chi riesce a mediare sapientemente, come Trussardi. Che sulle Crespo, shopping bag icona anni ’80 in tinte sobrie, mette profili e tasca staccabile in vernice fluo. Queste borse hanno fatto da testimonial moda alla presentazione delle nuove Mini Ray Line. Attenta alle tendenze del momento, per catturare il pubblico  fashion, l’auto più “in” prende dettagli in colori pop: lo specchietto, una riga sul cofano o sul tetto, il coprimozzo. Nel  modello classico, nella Cabrio,  nella Clubman con terza portiera per silfidi.  Saranno in vendita dal 5 maggio, ma si faranno notare prima con una striscia fluo: un corteo di otto  Mini girerà per le vie di Milano durante il Salone del Mobile.

martedì 10 aprile 2012

LUSSO AL QUADRATO


Il foulard è tornato in auge. A decretarne  il protagonismo varie motivazioni.
Prima, l’universalità che lo rende regalo perfetto anche per le taglie “inconfessabili”. Seconda, la democratica accessibilità per le groupie delle firme, con budget limitati.  Non ultima quel fare sentire chiunque una stylist di se stessa.  Barometro infallibile della ripresa del foulard le vetrine di Hermès.Non gli sono dedicate completamente, come avveniva nell’unica boutique di Faubourg St.Honoré a Parigi cinquant’anni fa, ma è esposto con risalto nei templi internazionali dello shopping. Compare nelle pubblicità, avvolge meravigliose creature e dà vita al sogno. E su  giornali e riviste torna a essere il simbolo del marchio di lusso francese, proprio come un tempo. Insomma il foulard è di nuovo un accento di stile.
Gentucca Bini ne ha disegnato una collezione in jersey di seta per Mantero, in cui intreccia  a computer alcune stampe d’archivio della storica azienda. Marni ne propone vari per l’estate con minuscole geometrie e inventa una linea Foulard. Con borse, abiti, camicie, gonne realizzati con i tessuti del modaiolo fazzoletto.
Jimmy Choo, nella capsule collection per le Olimpiadi, inserisce il foulard e ci  stampa l’Union Jack. Ferrari Store racconta sul quadrato di seta la storia dell’auto, con immagini di vecchi modelli, progetti, dettagli. Paul Smith sui suoi posa delle farfalle. Mango tra gli accessori creati con Werelse, il brand delle tre top blogger del momento, introduce un enorme foulard con un motivo marino sul rosa e lilla. Maliparmi con due cuciture e una striscia di canneté trasforma i suoi foulard in miniabiti. Frida Giannini per Gucci, invece, inventa una fragranza mixando i profumi dei fiori disegnati da Vittorio Accornero sul “carré” studiato per Grace Kelly.
Il mitico quadrato torna negli shop di musei e gallerie con la  stampa dell’opera più d’effetto. Prende scritte, frasi, immagini d’attualità e si riprende la scena rubatagli dalle T-shirt. E qualche audace trend setter incomincia a legarlo al manico della borsa…


mercoledì 4 aprile 2012

CONTAINER D'AUTORE



E’ tra le città europee  da tenere d’occhio. Come se non avesse già abbastanza attrattive, Marsiglia si sta preparando per essere la capitale europea della cultura nel 2013. Il make up è iniziato da molto tempo e i risultati si vedono già. Sicuramente il “grosso” delle novità è nella zona del porto. Ma anche nelle vicinanze del Panier, il centro storico. Per esempio  
l’ex ospedale,  enorme edificio ottocentesco, che diventerà un hotel a cinque stelle. Tra i  nomi doc che hanno collaborato o stanno collaborando al progetto sulla città, spicca Zaha Hadid, di cui è  già “in funzione” la straordinaria  torre. Vi lavorano 300 persone alle dipendenze del secondo armatore più ricco del mondo. E’ un’architettura che bisogna vedere anche da vicino, andando sotto l’incredibile volta da cattedrale del Tremila. Magari arrivandoci con uno dei  futuribili  tram dal centro.  Anche Stefano Boeri, l’assessore alla cultura di Milano, sta costruendo un palazzo che ha le sue fondamenta addirittura in mare. In un enorme buco sta crescendo  un grandioso cinema multisala. Per la consulenza è stato interpellato  Luc Besson.  Ogni mese, forse ogni settimana la visione prospettica  del porto cambia.  I  container restano sempre moltissimi. Niente di strano dal momento che si è di fronte a un luogo di carico e scarico. Ma qualcuno di questi non ha un’ubicazione così scontata. Ce ne è uno, per esempio, che si vede di sfuggita passando sulla strada sopraelevata .E’ blu ed è al centro di un prato , un po’ isolato. Guardando bene si vede che è sorretto da due giganteschi lottatori di sumo. E’ un’installazione, si chiama “It takes two to tango”. E’ dell’artista scozzese  David Mach (classe 1956) ed è proprio davanti al nuovo palazzo destinato a contenere gli archivi e la biblioteca di stato.  Spostandosi verso il centro sul Boulevard de Dunkerque, ecco altri container di vari colori.  Sono un po’ inaspettati, così lontani dal porto. Su uno si nota una scritta che lascia perplessi “Collège Claude Izzo”. Cosa c’entrano i container con un collegio dedicato al grande giallista marsigliese? Proseguendo l’osservazione,  si riesce a capire che i container sono legati a un edificio contemporaneo. Appunto un collegio con il nome dello scrittore, scomparso prematuramente nel 2000, che di Marsiglia  diceva:”Non è una città per turisti…Sempre a metà strada fra la tragedia e la luce”.